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giurisprudenza

Risulta lesa l’onorabilità e la dignità del professionista se il cliente accusa il proprio avvocato “di aver pensato solo ai soldi” e lo minaccia di rivolgersi all’Ordine Forense oltre che alla stampa ed alla Guardia di finanza (Cass., Sez. II Pen., 18 aprile 2014, n. 17350)

Incorre nel delitto di ingiuria il Cliente che fa debordare la critica verso l'attività dei professionisti dai limiti di esercizio del diritto di manifestazione del pensiero. In particolare, secondo la Corte, il giudizio complessivamente negativo in merito alla condotta professionale dell'avvocato, condensato nella valutazione ironica di essere un "raro esempio di deontologia professionale", di "pensare solo ai soldi", di aver agito "per me e contro di me", senza supportare tali giudizi da una motivazione congrua, in modo da dare qualche giustificazione alla manifestazione di pensiero che non sia meramente e assertivamente denigratoria, deborda per l’appunto dai limiti di una critica che si mantenga nei limiti imposti da un giudizio critico corredato da congrua motivazione.
Incorre altresì nel delitto di minaccia lo stesso cliente che manifesta l’intenzione di rivolgersi alla giustizia, attraverso il coinvolgimento, sulle questioni giudiziarie tra le parti, della Guardia di Finanza, del consiglio dell'ordine degli avvocati e della stampa, nella misura in cui la minaccia tende a prospettare subdolamente e assertivamente un patrimonio morale negativo inerente alla persona.

a cura di Alessandro Iandelli