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giurisprudenza

La consumazione del reato di patrocinio infedele (Cass., Sez. II Pen., 20 marzo 2019, n. 12361)

La Suprema Corte statuisce che l’integrazione del reato di patrocinio infedele richiede, in primo luogo, una condotta del patrocinatore irrispettosa dei doveri professionali stabiliti per fini di giustizia a tutela della parte assistita e, in secondo luogo, un evento che implichi un nocumento agli interessi di quest’ultima, per tale intendendosi non solo il danno patrimoniale civilisticamente inteso, ma anche il mancato conseguimento di beni giuridici o di benefici morali che sarebbero derivati dal leale e corretto esercizio del patrocinio; configurandosi l’evento quale momento consumativo del reato, è dalla verificazione di suddetto nocumento che comincia a decorrere il termine di prescrizione.

 

A cura di Guendalina Guttadauro