Con la sentenza in commento la Suprema Corte richiama un principio in precedenza già affermato in forza del quale viene negata l’applicabilità della causa di esclusione delle punibilità per particolare tenuità del fatto rispetto al reato dell’esercizio abusivo di una professione. I Giudici di legittimità chiariscono infatti come la condotta tipica di suddetta fattispecie, connotata da ripetitività, continuità o comunque dalla pluralità degli atti tipici sia di per sé ostativa al riconoscimento della causa di non punibilità. Quest’ultima infatti tra i requisiti richiesti prevede non solo un’offesa di particolare tenuità, ma anche un comportamento che non deve risultare abituale, così dovendosi escludere la condotta tipica di cui all’art. 348 c.c..
A cura di Elena Borsotti