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giurisprudenza

Costituisce infedele patrocinio il consigliare al proprio assistito di presentare una dichiarazione dei redditi infedele (Cass., Sez. VI, 20 Febbraio 2012, n. 6703)

Essendo stato ritenuto provato che il consiglio di presentare una dichiarazione dei redditi basata su operazioni inesistenti, per non risultare essa troppo difforme da quelle analoghe precedenti, fosse stato dato dal legale al proprio assistito, imputato di bancarotta fraudolenta e frode fiscale, la Corte di Cassazione ha statuito rientrare detto comportamento quale violazione del dovere di correttezza previsto dall'art. 36 del Codice Deontologico Forense. Conseguentemente viene rigettato il ricorso avverso la sentenza di condanna per il reato di infedele patrocinio. La Corte infatti motiva la propria decisione sostenendo che l'obbligo dell'avvocato di difendere gli interessi della parte assistita, deve necessariamente incontrare il limite dell'osservanza della legge (come prevede anche l'art. 36 cit.). In questo caso il consiglio dato dall'Avvocato al proprio assistito espone quest'ultimo alla commissione del reato di cui all'art. 2 D. Lgs. 74/2000, essendo irrilevante ed inidoneo ad escludere la penale rilevanza il consenso del suo cliente, espresso con la sottoscrizione della dichiarazione.

a cura di Giacomo Passigli 

Allegato:
6703-2012