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giurisprudenza

Efficacia della sentenza penale nel giudizio disciplinare (Cass., Sez. I, 6 luglio 2007, n. 15299)

Ancora una pronuncia delle Sezioni Unite in tema di rilevanza del giudicato penale nell'ambito del giudizio disciplinare. La Suprema Corte, confermando il precedente orientamento, ribadisce la facoltà per il giudice disciplinare di poter valutare con piena autonomia il comportamento posto alla sua attenzione, con l'unico limite dell'immutabilità dell'accertamento dei fatti nella loro materialità così come compiuto in sede penale.
Deve quindi ritenersi nuovamente affermato il principio, peraltro già sostenuto dalle Sezioni Unite, in base al quale non sussiste alcuna preclusione alla condanna disciplinare dalla circostanza dell'intervenuta assoluzione in sede penale, posto che il giudicato penale non impedisce una rinnovata valutazione dei fatti in sede disciplinare, essendo diversi i presupposti delle rispettive responsabilità. Dunque, se è inibito al giudice disciplinare ricostruire l'episodio posto a fondamento dell'incolpazione in modo diverso rispetto a quanto accertato nella sentenza passata in giudicato, ben potrà sussistere la piena libertà di valutare i medesimi fatti nella più rigorosa ottica dell'illecito disciplinare.

A cura di Felicita Favelli

Allegato:
15299-2007