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giurisprudenza

Il decisum, riferimento per la determinazione delle spese legali (Cass., Sez. II, 5 gennaio 2011, n. 226)

Con la sentenza in commento, la Sezione II° Civile della Corte di Cassazione dispone che qualora la domanda attorea abbia valore indeterminato, la parcella del legale debba essere parametrata al valore del decisum.
Nel caso di specie la Suprema Corte ha rigettato il ricorso avanzato da un avvocato che, in sede di appello, si era visto ridurre i suoi compensi relativi ad una causa che lo stesso non aveva potuto patrocinare interamente poiché, nel corso del giudizio di primo grado, il cliente aveva revocato il mandato.
La Corte di Appello adita aveva infatti ritenuto che il valore della controversia non potesse essere considerato quello di 700 milioni di lire, come sostenuto dal legale, poiché, nell’atto di citazione questi si era riservato di quantificare successivamente la domanda.
La Corte di Cassazione ritiene che il legale avrebbe dovuto procedere allo scioglimento della riserva in sede di udienza ex art. 183 c.p.c. ritenendo irrilevante che ciò non sia avvenuto a causa della prematura revoca del mandato.
Si deve per altro segnalare che i giudici di legittimità valutano senza fondamento la circostanza che, ai fini della determinazione delle spese legali, il procuratore della parte abbia svolto anche un’attività stragiudiziale.

A cura di Lapo Mariani