Direttore Responsabile:

Susanna Della Felice

Coordinatore di Redazione:

Lapo Mariani

giurisprudenza

L’avvocato “infedele” è punibile solo se pende la causa (Cass. Sez. VI Pen., 18 dicembre 2006, n. 41370)

Si pone all’attenzione dei Colleghi la Sentenza n. 41370 del 9 novembre 2006, emessa dalla Sezione VI Penale della Corte di Cassazione in materia di patrocinio o consulenza infedele.
I Supremi Giudici, oltre a riaffermare che la fattispecie di cui all’art. 380 c.p. configura un reato proprio, hanno precisato che la condotta tipica si realizza esclusivamente attraverso un’assistenza o rappresentanza del patrocinatore davanti all’Autorità Giudiziaria.
Pertanto il patrocinatore si potrà rendere infedele solo nell’ambito di una procedura giudiziaria.
La norma non richiede che la condotta infedele del patrocinatore debba concretarsi attraverso atti o comportamenti processuali, questa invece è libera e può anche eventualmente estrinsecarsi al di fuori del processo.
Il Collegio sostiene, inoltre, che il bene tutelato dal citato art. 380 debba essere individuato nell’interesse al regolare funzionamento della giustizia e, solo accessoriamente, in quello specifico del cliente.

A cura di Alessandro Ramerini 

Allegato:
41370-2006