Con la sentenza che qui di seguito pubblichiamo, il Consiglio di Stato stabilisce che la Corte d’Appello presso cui il praticante può sostenere gli esami di abilitazione alla professione forense è determinata esclusivamente dal certificato di compiuta pratica (che è uno ed uno solo) e chiarisce, pertanto, quale sia il Consiglio dell’Ordine competente al rilascio del predetto certificato, in caso di trasferimento del candidato.
In proposito, infatti, la Legge 24 luglio 1985 n. 406 (emanata nel tentativo di arginare il fenomeno della c.d. “migrazione” dei candidati verso sedi di esame ritenute più vantaggiose) prevede che “i praticanti procuratori sostengono gli esami presso la Corte di Appello nel cui distretto sono iscritti per la pratica” ma non chiarisce quale sia il soggetto abilitato al rilascio del certificato di compiuta pratica.
Più specifico è, invece, l’art. 9 DPR 101/90 a norma del quale “Il certificato di compiuta pratica viene rilasciato dal Consiglio dell’Ordine che ha eseguito i prescritti accertamenti sull’ultimo semestre di attività del praticante procuratore. In caso di trasferimento del praticante il Consiglio dell’Ordine di provenienza certifica l’avvenuto accertamento sui precedenti semestri e, ove il prescritto periodo di pratica risulti completato, rilascia il certificato di compiuta pratica”. Alla luce di tale norma, pertanto, il Consiglio di Stato chiarisce che il certificato di compiuta pratica deve essere rilasciato dal Consiglio dell’Ordine di provenienza – se il trasferimento del praticante avviene dopo lo svolgimento del biennio continuativo di pratica effettiva; ovvero dal Consiglio dell’Ordine dove, a seguito del trasferimento, si è svolto l’ultimo semestre di pratica – se il biennio non è stato completato prima del trasferimento.
A cura di Ilaria Sordi
Cons. Stato, Sez. IV, 28 novembre 2005, n. 6694)