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giurisprudenza

Sulla natura riservata o meno dell’attività di consulenza legale e sulla possibilità per gli avvocati di svolgere l’attività di consulenza stragiudiziale per mezzo di una società di capitali (Cass., Sez. III, 18 aprile 2007, n. 9237)

Con la sentenza in commento la Corte di Cassazione ha affermato la natura riservata della consulenza legale, andando in contrario avviso rispetto all'orientamento costante (cfr. Cass., 30 maggio 2006, n. 12840).
Secondo la Corte, «le attività di assistenza e consulenza in materia legale e tributaria rientrano tra le prestazioni professionali protette che possono essere svolte soltanto da professionisti iscritti nei relativi albi».
La sentenza inoltre dichiara la nullità del contratto di consulenza legale stipulato da una società a responsabilità limitata per violazione del divieto di costituire società di capitali "aventi ad oggetto l’espletamento delle professioni intellettuali protette, sancita dall'art. 2 l. 1815/1939".
La nullità del contratto consegue al solo fatto che l’attività oggetto dell’accordo consista anche in una prestazione interamente compresa nell’attività tipica della prestazione protetta, a nulla rilevando che la società di capitali si sia organizzata in modo da mettere a disposizione dei clienti i servizi di professionisti iscritti al relativo Albo.

A cura di Enea Baronti

Allegato:
9237-2007