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giurisprudenza

Sull’aumento del compenso dell’avvocato in caso di redazione degli atti con modalità telematiche (Cass., Sez. II, Ord., 23 dicembre 2022, n. 37692)

Nell’ordinanza in commento la Suprema Corte di Cassazione affronta il tema dell’aumento del compenso dell’avvocato quando gli atti, depositati con modalità telematiche, sono redatti con tecniche informatiche tali da agevolarne la consultazione o la fruizione, consentendo la navigazione all’interno dell’atto e la ricerca testuale dei documenti allegati (art. 4, comma 1 bis del D.M. 55/2014).
La suddetta norma, osservano gli Ermellini, chiede in sostanza al giudice di valutare l’effettiva utilità del collegamento ipertestuale contenuto negli atti.
Viene quindi conferito al giudice un potere discrezionale il cui corretto esercizio è insindacabile in sede di legittimità, salvo ovviamente il controllo sulla motivazione.
Pertanto se il giudice, come nel caso di specie, ritiene non utile il collegamento ad un file unico, anziché ai singoli verbali di causa, esprimendosi nel senso che le modalità di redazione del ricorso non hanno agevolato in modo apprezzabile la consultazione delle produzioni, non viene fatto luogo all’aumento del compenso del legale e la Cassazione “non ha voce in capitolo”.

A cura di Silvia Ammannati