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Lapo Mariani

parere

Avvocato. Criteri per la determinazione del valore della pratica avente ad oggetto un contratto di fornitura con durata non determinabile.

E’ stato chiesto su quale valore debba essere attribuito ad una pratica avente ad oggetto la redazione da parte di un avvocato di un contratto di fornitura di beni tra due Società entrambe sue clienti le quali già in precedenza avevano intrattenuto pregressi e continuativi rapporti concernenti forniture per un importo non inferiore a Euro 350.000,00.=. annui, tenuto conto altresì del fatto che nel contratto predisposto dall’avvocato erano stati definiti tutti i punti dell’accordo, salvo la durata che avrebbe dovuto essere stabilita dalle parti stesse che avevano, su questa specifica questione, posizioni divergenti, in quanto una propendeva per una durata annuale con rinnovazione tacita di anno in anno in mancanza di disdetta, mentre l’altra voleva fissare una durata minima di dieci anni
Il Consiglio dell’Ordine si è espresso affermando che se il contratto di fornitura in questione non stabilisce un quantitativo minimo garantito ma solo l’obbligo di una parte di fornire i propri prodotti all’altra parte, se e quando quest’ultima ne faccia richiesta, prevedendo eventualmente un obbligo di esclusiva a carico di una delle due parti o di entrambe, non è possibile individuare un valore determinato, né è possibile, al fine di individuarne il valore, fare riferimento all’importo annuale delle forniture pregresse, in quanto non sussiste alcuna certezza circa il fatto che le prossime forniture, oggetto del nuovo contratto, possano ripetersi anche per il futuro con quantità e/o fatturati analoghi a quelli raggiunti in passato.
Ne consegue che, necessariamente, la pratica deve essere considerata di valore indeterminabile, ragione per cui per la quantificazione del compenso dovutogli l’avvocato dovrà fare riferimento allo scaglione della Tariffa Stragiudiziale Forense concernente, appunto, le pratiche di valore indeterminabile.
Ovviamente, nella quantificazione degli onorari dovutagli per la propria attività professionale, l’avvocato, qualora ritenga che l’applicazione del valore indeterminabile comporti che i suoi onorari, nella sostanza, risultino inadeguati rispetto alla prestazione espletata, ove ricorrano i presupposti previsti dall’art. 5, comma n. 2, della Tariffa Stragiudiziale Forense, al fine di rendere l’importo dei propri onorari più consono alla natura e alla qualità dell’opera professionale prestata, potrà applicare il criterio stabilito da detta disposizione, secondo cui, se il valore effettivo risulta manifestamente diverso da quello presunto dal codice di rito, possono essere applicati gli onorari minimi e massimi previsti dagli scaglioni successivi, fino a quelli dovuti per le pratiche del valore di Euro 516.000,00.=..