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giurisprudenza

Si configura l’appropriazione indebita aggravata per l’avvocato che incassa l’assegno destinato al cliente anche se, a sua volta, suo debitore (Cass., Sez. II Pen., 25 marzo 2013, n. 13801)

La Suprema Corte, con l'arresto in commento, riafferma il principio secondo cui, con riferimento al caso in cui il legale incassi l'assegno consegnatogli dalla controparte e diretto al proprio cliente quale risarcimento del danno da questi subito, integra il reato di appropriazione indebita la condotta dell'esercente la professione forense che trattenga somme riscosse in nome e per conto del cliente ancorché egli sia, a sua volta, creditore di quest'ultimo per spese e competenze relative ad incarichi professionali espletati, salva la dimostrazione non solo dell'esistenza del credito, ma anche della sua esigibilità e del suo preciso ammontare (cfr. Cass. Sez. II, 18 giugno 2009, n. 41663).

a cura di Alessandro Iandelli