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giurisprudenza

Sulla sanzionabilità dell’avvocato che promuove lo studio con pubblicità suggestive (Cass., Sez. Un., 18 novembre 2010, n. 23287)

Con la sentenza qui in commento, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione si sono pronunciate riguardo al ricorso avanzato da due avvocati milanesi i quali si erano visti confermare dal Consiglio Nazionale Forense la sanzione della censura comminata loro dal Consiglio degli Avvocati di Brescia, competente nel caso di specie, in quanto uno dei due professionisti coinvolti ricopriva la carica di Consigliere dell'Ordine degli Avvocati di Milano.
I due avevano aperto in Milano, sulla pubblica via, un ufficio legale sotto la suggestiva insegna 'A.L.T. Assistenza legale per tutti', alla cui porta d'ingresso era stata applicata una scritta, ben visibile 'Prima consulenza gratuita'.
Ritenevano il Consiglio dell'Ordine adito e il Consiglio Nazionale Forense che, seppur legittimo l'uso di locali diversi da quelli tradizionali, l'acronimo 'A.L.T.' e la dicitura 'Prima consulenza gratuita' fossero volti esclusivamente a realizzare una forma di pubblicità 'suggestiva' ed 'emozionale' finalizzata all'acquisto di clientela e non "informativa della professionalità e dei settori di esercizio dello studio legale", pertanto lesiva del decoro e della dignità della professione forense.
Le Sezioni Unite della Suprema Corte, confermando tali pronunce, hanno anche espressamente indicato che con la liberalizzazione della pubblicità per gli avvocati, avvenuta col decreto n. 223/2006, noto come Legge Bersani, sia stato abrogato il divieto per i professionisti di adottare una forma di pubblicità informativa (oggi ciò è previsto dall'art. 17 del regolamento deontologico), ma tale attività deve essere non lesiva della dignità e del decoro professionale disciplinati dall'art. 38 del r.d.l. 27 novembre 1933 n. 1578.
Prova ne sia che gli articoli 17 bis e 19 del regolamento deontologico disciplinano rispettivamente le modalità di informazione e il divieto di acquisizione della clientela con metodi contrari alla 'correttezza' e al 'decoro'.

A cura di Lapo Mariani