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giurisprudenza

L’avvocato che definisce il proprio Consiglio dell’Ordine “sodalizio criminoso” è punibile con la sanzione disciplinare della sospensione dall’esercizio della professione per tre mesi (Cass., Sez. Un., 10 dicembre 2013, n. 27492)

Con la pronuncia in commento le Sezioni Unite della Suprema Corte confermano la decisione del Consiglio Nazionale Forense, che aveva ridotto da sei a tre mesi la sanzione disciplinare della sospensione dall'esercizio della professione per un avvocato che, in una memoria difensiva, aveva offeso la reputazione di un collega e degli altri consiglieri dell'Ordine degli Avvocati definendo il consiglio stesso come "sodalizio criminale" e il collega come "compartecipe di tale sodalizio", in quanto aveva violato i doveri di dignità e decoro  di cui all'art. 5 codice deontologico forense.

a cura di Alessandro Iandelli