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giurisprudenza

Caso di inammissibilità in prededuzione allo stato passivo del fallimento del compenso del legale (Cass., Sez. I, 10 maggio 2012, n. 7166)

La Sezione Prima della Suprema Corte, con la sentenza in commento, ha statuito che non è ammissibile in prededuzione, allo stato passivo del fallimento, il credito professionale del legale il quale, assistendo l’impresa fallita, abbia svolto la sua attività nell’esclusivo interesse dell’amministratore della stessa, al quale l’amministratore giudiziale aveva contestato un’attività fraudolenta in danno dei creditori. Nel caso di specie il collega, dopo aver avanzato in favore di una società la domanda per l’ammissione al concordato preventivo, in seguito al rigetto della stessa, proponeva nuovamente identica istanza, concretizzando un comportamento ritenuto dal Tribunale meramente dilatorio. In seguito alla dichiarazione di fallimento dell’impresa, il legale si vedeva rigettata dal Giudice competente la domanda di ammissione, in prededuzione, allo stato passivo del fallimento, dei propri crediti professionali, per l’attività dello stesso prestata di consulenza stragiudiziale ed assistenza giudiziale alla società fallita, nelle due precedenti procedure, motivata dalla circostanza che l’opera del collega era stata svolta in favore della sola persona dell’amministratore, autore di attività fraudolente in danno della massa dei creditori. Il Giudice di legittimità adito, conferma tale pronuncia.

a cura di Lapo Mariani