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giurisprudenza

La proposizione di distinte azioni giudiziali per la liquidazione del compenso dell’avvocato determina un frazionamento abusivo di un credito unitario se l’avvocato non dimostra la sussistenza di un interesse a promuovere più giudizi (Cass., Sez. II, Ord., 31 agosto 2023, n. 25480)

Con l’ordinanza in esame la corte suprema di cassazione torna ad occuparsi del frazionamento abusivo di un credito unitario. La corte richiama le sentenze delle sezioni unite n.23726/2007, n.4090/2017 e n.4091/2017, con le quali è stato affermato il principio di diritto, da cui non intende discostarsi, secondo il quale la proposizione di distinte azioni giudiziali per la liquidazione del compenso dell’avvocato determina un frazionamento abusivo di un credito unitario se l’avvocato non dimostra la sussistenza di un interesse a promuovere più giudizi.

Nel caso di specie, un avvocato aveva introdotto due distinti giudizi per la liquidazione del compenso per l’attività professionale prestata a favore della società convenuta in un procedimento monitorio, in un giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo e in un giudizio di opposizione a precetto.

La società convenuta si era costituita in giudizio eccependo l’improcedibilità della domanda per frazionamento abusivo di un credito unitario in quanto i tre procedimenti traevano origine dal medesimo titolo esecutivo.

La corte, richiamando le suindicate sentenze delle sezioni unite, ha evidenziato che l’avvocato non aveva dimostrato la sussistenza di un interesse a promuovere due distinti giudizi di liquidazione del compenso, pertanto, trattandosi di due diritti di credito relativi ad un unico rapporto complesso, era necessario promuovere un unico giudizio.

A cura di Fabio Marongiu