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giurisprudenza

L’assunzione della causa in decisione non esaurisce il mandato dell’avvocato il quale, a seguito della remissione sul ruolo della stessa, deve curarne il buon esito (Cass., Sez. II., Ord., 21 settembre 2021, n. 25500)

Con l’ordinanza in esame, la Corte di Cassazione rileva che l’avvocato, anche dopo la remissione della causa in istruttoria e la riunione dei giudizi, ha titolo per pretendere il pagamento del compenso per le attività svolte in esecuzione del mandato.

Nel caso di specie, l’avvocato ha prestato la propria attività in un giudizio che successivamente era stato riunito con altra causa. Il primo giudizio, trattenuto in decisione, era stato rimesso in istruttoria e riunito ad altra causa per la quale il cliente aveva conferito mandato ad altro avvocato.

Il cliente ha contestato il diritto al compenso dell’avvocato per l’attività svolta successivamente alla remissione sul ruolo sul presupposto che a quel momento l’avvocato aveva esaurito il proprio incarico residuando esclusivamente la trattazione di questioni relative alla seconda causa intrapresa.

La corte, invece, rileva che l’avvocato era tenuto a curare l’esito del giudizio rimesso sul ruolo in esecuzione del mandato ricevuto in quanto la cessazione dell’incarico non può farsi coincidere con l’assunzione della causa in decisione.

A cura di Fabio Marongiu