All’interno del processo in esame un professionista Avvocato si era visto ridurre i compensi asseritamente pretesi, a seguito di una serie di prestazioni fornite al cliente sia in fase extra-giudiziale che in fase giudiziale.
Invero, sia il Tribunale di prime cure che, in parte, la Corte D’Appello avevano ritenuto assorbite alcune attività stragiudiziali nella successiva giudiziale.
Ricorre in Cassazione l’Avvocato contro la predetta decisione.
La Corte di legittimità, accogliendo il ricorso, ricorda i criteri elaborati per riconoscere un autonomo compenso all’attività stragiudiziale ai sensi dell’art. 2 D.M. 127/2004 ratione temporis vigente: di talchè i rimborsi ed i compensi previsti per le prestazioni stragiudiziali sono dovuti dal cliente anche se il professionista abbia prestato la sua opera in giudizio, sempre che dette prestazioni non siano connesse e complementari con quelle giudiziali, sì da costituirne il naturale completamento.
A cura di Devis Baldi