Nella sentenza in commento il C.N.F., nell’affrontare il caso del subentro di un avvocato nella difesa, afferma che il suddetto subentro presuppone che l’avvocato subentrante, innanzitutto, si accerti della cessazione del precedente mandato e, in secondo luogo, provveda a dare al collega sostituito comunicazione del subentro stesso, adoperandosi nel contempo affinché vengano soddisfatte le richieste avanzate da quest’ultimo per le prestazioni svolte.
Il tutto nel rispetto del rapporto di colleganza e dell’interesse generale dell’Avvocatura nel suo insieme al mantenimento di condotte improntate all’osservanza dei doveri di lealtà e di correttezza.
A cura di Silvia Ammannati