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giurisprudenza

Sull’inammissibilità del ricorso in Cassazione non chiaro e sintetico. (Cass., Sez. II, Ord., 16 marzo 2023, n. 7600)

La Suprema Corte torna ad affrontare l’obbligo di sinteticità e chiarezza espositiva cui gli atti depositati devono conformarsi.
In particolare nel caso in esame veniva depositato a fronte di questioni di ben poca rilevanza un ricorso di 65 pagine che la stessa Corte definiva volutamente oscuro e lacunoso, in cui non risultava possibile identificare i principi giuridici a cui la difesa avrebbe fatto affidamento.
Inoltre nel caso il ricorso presentava anche un difetto relativo alla tardività della notifica, poiché ad una prima notifica “temnpestiva” ma priva dell’atto tra i documenti inviati, ne seguiva una seconda, tardiva, con una motivazione in relata per giustificare il nuovo rinvio anch’essa completamente incomprensibile.
Sulla base di tali presupposti rigettava il ricorso poiché tale approccio risulta in contrasto con l’obiettivo di attribuire maggiore rilevanza allo scopo del processo, in conformità con l’articolo 24 e l’articolo 111, comma 2, della Costituzione, e con l’articolo 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU). L’obiettivo è quello di assicurare un’effettiva tutela del diritto di difesa e di evitare di gravare sia lo Stato che le parti di oneri processuali superflui.

A cura di Simone Pesucci