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giurisprudenza

Il principio del favor rei estende la disciplina più favorevole ai procedimenti pendenti all’entrata del Codice Deontologico (Cass., Sez. Un., 21 novembre 2022, n. 34206)

Nella materia disciplinare forense non vige il principio di stretta tipicità dell’illecito che è proprio del diritto penale, onde non è prevista la necessità di una tassativa elencazione dei comportamenti vietati, occorrendo solo l’enunciazione dei doveri fondamentali, tra i quali si annoverano quelli di probità, dignità, decoro, lealtà e correttezza, come si è visto prevedere quale “norma di chiusura” dall’art. 9 NCDF. 8.3. Premesso questo, in ogni caso, il processo disciplinare prevede sempre il criterio del favor rei, di guisa che ricorre l’applicabilità del nuovo codice deontologico nei procedimenti disciplinari in corso al momento della sua entrata in vigore per i fatti anteriori, qualora siano maggiormente favorevoli per l’incolpato di quelle del codice deontologico previgente, essendo il generale criterio del favor rei evincibile qui specificamente dalla L. n. 247 del 2012, art. 65, comma 5.

A cura di Raffaella Bianconi