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giurisprudenza

Il viaggio per motivi familiari dell’avvocato non integra un’ipotesi di legittimo impedimento (Cass., Sez. Un., 10 settembre 2024, n. 24268)

Investite di un più ampio ricorso avverso la decisione con la quale il CNF aveva applicato all’avvocato ricorrente la sospensione dall’esercizio della professione per il periodo di mesi sei, le Sezioni Unite della Suprema Corte ribadiscono il principio per il quale deve considerarsi legittimo quell’impedimento assoluto e non invero una qualsiasi situazione di difficoltà. In particolare nel caso di specie l’incolpato lamentava che il CNF non aveva preso nella dovuta considerazione l’istanza di rinvio dallo stesso formalizzata nella quale adduceva il proprio impedimento a comparire all’udienza di comparizione in ragione di un viaggio all’estero per motivi familiari senza tuttavia fornire alcun riscontro circa l’effettiva indifferibilità del predetto viaggio. In ragione di quanto sopra la Suprema Corte ritiene che la situazione di impossibilità fatta valere con il ricorso non sia corredata di idoneo riscontro, non potendo dunque integrare un’ipotesi di legittimo impedimento.

                                                                                                                                                                                                                                                                                A cura di Elena Borsotti