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giurisprudenza

Inammissibile il ricorso per cassazione privo dei requisiti di sinteticità e chiarezza (Cass., Sez. III, 13 febbraio 2023, n. 4300)

Con la pronuncia in commento la Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso proposto ritenendolo inammissibile per violazione dell’art. 366 c.p.c. sia sotto il profilo della mancata esposizione sintetica dello svolgimento del processo che dell’assenza di specificità delle censure mosse alla sentenza gravata.

Ritiene in particolare la Corte che il ricorrente si sarebbe dilungato nell’esposizione della vicenda processuale in maniera “contorta” unendo la ricostruzione in fatto a valutazioni personali ed alla riproduzione di stralci di motivazione delle sentenze sia di primo che di secondo grado, con l’effetto di rendere la vicenda processuale incomprensibile.

A parere della Cassazione tale modalità di redazione dell’atto, oltre ad essere superflua, costituirebbe sostanzialmente un indebito affidamento alla stessa dell’individuazione dei motivi rilevanti ai fini del ricorso motivando nei seguenti termini la propria decisione: “[…] il ricorrente è cioè incorso in un’eccessiva e sovrabbondante esposizione, avendo adottato al riguardo una tecnica che,da un lato, implica la lettura di una imponente massa d’informazioni su fatti processuali e sostanziali ripetutamente illustrati ma irrilevanti ai fini della decisione, e dall’altro rende conclusivamente impossibile un’idonea focalizzazione dei fatti invece dirimenti, rendendo in modo inesigibile indaginosa l’individuazione delle questioni da parte di questa Corte, impropriamente investita della ricerca e della selezione di ciò che ha effettiva potenzialità incidente ai fini del decidere nel perimetro vasto e indifferenziato delle censure ipotizzate […]”.

Alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso la Cassazione ha fatto seguire la condanna alla refusione delle spese legali del resistente e la condanna – d’ufficio – al pagamento, sempre in favore del resistente, di una somma a titolo di responsabilità processuale aggravata utilizzata come strumento dissuasivo “rispetto ad un ingiustificato sviamento del sistema processuale dai suoi fini istituzionali”.

A cura di Sofia Lelmi