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giurisprudenza

Nel giudizio di opposizione avverso il decreto di liquidazione del compenso professionale del difensore d’ufficio, ai sensi dell’art.15 del D. LGS. n.150/2011, il giudice ha il potere-dovere di richiedere gli atti, i documenti e le informazioni necessarie ai fini della decisione (Cass., Sez. VI, Ord., 9 agosto 2022, n. 24554)

La suprema corte, nella ordinanza in esame, ha affrontato il tema dell’onere della prova nel giudizio di opposizione avverso il decreto di liquidazione del compenso del difensore d’ufficio. La corte ha confermato l’orientamento secondo il quale il giudice investito dell’opposizione, che comunque non è un giudizio di impugnazione ma contenzioso, ha il potere-dovere di richiedere gli atti, i documenti e le informazioni necessarie per decidere la controversia. L’espressione “può” contenuta nell’art.15 del D. LGS. n.150/2011, infatti, deve essere intesa non come indice di un potere discrezionale ma come indice di un potere-dovere di decidere “causa cognita”.

Nel caso di specie, il difensore d’ufficio che aveva infruttuosamente tentato di recuperare il compenso professionale dall’assistito, si è visto rigettare la richiesta di liquidazione cui aveva allegato l’opinamento del COA di appartenenza ed il decreto ingiuntivo ottenuto.

L’avvocato d’ufficio, quindi, aveva proposto opposizione ai sensi dell’art.170 D.P.R. n.115/2002 senza allegare i documenti già allegati ma chiedendone in via istruttoria la acquisizione.

Il giudice dell’opposizione, invece, aveva respinto l’opposizione a causa dell’omessa allegazione di detti documenti.

La Suprema Corte di Cassazione, in forza del principio sopra illustrato, ha cassato il decreto impugnato rinviando con ordinanza ad altra sezione della Corte di Appello per una nuova pronuncia.

A cura di Fabio Marongiu