Con la pronuncia in commento la Suprema Corte fornisce un’interpretazione dell’ambito di applicazione dell’art. 67 comma 3 let. g) L.F. che prevede la salvezza dalla revocatoria dei “pagamenti di debiti liquidi ed esigibili eseguiti alla scadenza per ottenere la prestazione di servizi strumentali all’accesso alle procedure concorsuali di amministrazione controllata e di concordato preventivo”.
Il giudizio nasce dal ricorso di una professionista che si era vista assoggettare a revocatoria i pagamenti eseguiti in suo favore dalla società in bonis per l’attività da questa prestata e finalizzata al deposito della domanda di concordato poi effettivamente intervenuto.
Secondo i giudici del merito il pagamento non avrebbe dovuto essere eseguito in quanto l’art. 67 comma 3 lett.) g L.F. esclude da revocatoria soltanto i pagamenti eseguiti “alla scadenza” che, per stretta interpretazione, escluderebbero non solo i pagamenti effettuati prima della scadenza ma anche quelli eseguiti dopo di essa, come avvenuto nel caso in esame.
La Cassazione, invece, ritiene che tale interpretazione sia del tutto difforme dalla ratio della norma che è, invece, volta a favorire il ricorso al concordato preventivo.
Secondo la Corte, i pagamenti eseguiti ex art. 67 comma 3 let. g) sono caratterizzati da un nesso di necessaria strumentalità con la procedura concorsuale per effetto del quale sono esclusi da revocatoria i pagamenti eseguiti – anche dopo la scadenza – per attività che abbia portato all’effettivo deposito della domanda di concordato.
Rimangono, invece soggetti a revocatoria, ma caratterizzati da prededucibilità i compensi per attività di studio della possibilità di presentare domanda di concordato ma che non sia effettivamente sfociata in tale atto.
A cura di Sofia Lelmi