Direttore Responsabile:

Susanna Della Felice

Coordinatore di Redazione:

Lapo Mariani

giurisprudenza

Simulazione della separazione personale: ipotesi di inapplicabilità della misura interdittiva temporanea del divieto di esercitare la professione per l’avvocato (Cass., Sez. II Pen., Sent., 16 dicembre 2021, n. 46067)

La Suprema Corte nella pronuncia in commento si esprime circa l’inapplicabilità della misura interdittiva temporanea del divieto di esercizio della professione di avvocato al legale che, imputato dei reati di truffa aggravata e falso ideologico, avrebbe simulato la propria separazione personale per evitare l’aggressione del patrimonio da parte dei propri creditori.

Sostiene il ricorrente che la misura interdittiva fosse stata applicata illegittimamente sia per violazione dell’art. 479 c.p., nella misura in cui non era stata adeguatamente provata la simulazione della separazione personale e la volontà di ledere i creditori, sia in dispregio del principio di attualità delle esigenze cautelari ed alla tipologia e durata della misura interdittiva.

Con la pronuncia in oggetto la Cassazione dichiara fondato il ricorso: la Corte ritiene che il provvedimento interdittivo sia stato fondato sulla circostanza che la separazione personale del ricorrente fosse simulata. A giudizio della Suprema Corte, tuttavia, tale atto è stato posto in essere dal soggetto iure privatorum, in un procedimento di volontaria giurisdizione e non nella propria qualità di avvocato, senza che sussistesse un nesso di interdipendenza con l’esercizio della professione forense.

Pertanto, a parere della Corte manca il “necessario nesso di inerenza tra l’esigenza cautelare che si intende preservare col ricorso alla misura interdittiva ed il reato che se ne pone a presupposto”.

A cura di Sofia Lelmi