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giurisprudenza

Sulla responsabilità professionale dell’avvocato in caso di omessa attività difensiva all’interno di una controversia ad elevato rischio di soccombenza (Cass., Sez. III, 2 luglio 2010, n. 15717)

Con la sentenza in commento la Corte di Cassazione ha ritenuto configurabile la responsabilità professionale dell’avvocato che dopo aver accettato l’incarico di proporre una causa ad elevato rischio di soccombenza ometta ogni tipo di attività difensiva nei confronti del proprio assistito.
La Suprema Corte ha infatti condannato un avvocato a risarcire i danni in favore del proprio cliente, poiché ha accettato l’incarico di intraprendere una controversia ritenuta di notevole difficoltà e soprattutto tale da esporre il proprio assistito ad un elevato rischio di soccombenza, e successivamente si è completamente disinteressato di tentare di tutelarne le possibili ragioni, senza attivarsi almeno al fine di addivenire ad una soluzione transattiva, esponendo, in tal modo, il proprio cliente ad un incremento del pregiudizio iniziale.
In particolare, nella fattispecie, la Corte di Cassazione ha sottolineato l’importanza dell’attività posta in essere dal difensore soprattutto con riferimento alle c.d. "cause perse”, in quanto detta attività, se bene svolta, può essere preziosa, al fine di limitare o di escludere il pregiudizio insito proprio nella posizione del cliente.