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giurisprudenza

Determinazione del valore della pratica in caso di consulenza per redazione di un contratto avente ad oggetto diritti obbligatori su immobili (Cass., Sez. II, Ord.,21 giugno 2022, n. 20047)

Ai fini della liquidazione del compenso professionale dell’avvocato, il valore della pratica, o dell’affare condotto dall’avvocato si determina a norma del codice di procedura civile. Laddove la prestazione svolta concerna la consulenza sulla redazione di un contratto di opzione per l’acquisto di un immobile non si può parametrare il valore della prestazione in base all’art. 15 c.p.c. “Cause relative a beni immobili”. Infatti, come indicato dalla rubrica stessa dell’articolo, l’art. 15 c.p.c., si riferisce alle azioni reali relative a beni immobili e non si applica alle azioni contrattuali ed alle azioni di natura personale aventi ad oggetto beni immobili. Nel caso di specie, è invece applicabile l’art. 12 c.p.c.” Cause relative a rapporti obbligatori, a locazioni e a divisioni” trattandosi di prestazione stragiudiziale avente ad oggetto un rapporto contrattuale. In tal caso, va fatta applicazione dell’art. 5 “Prestazioni in materia stragiudiziale” e dell’art. 9 “Tabella tariffaria” del D.M. 5 ottobre 1994, n. 585, ratione temporis applicabile, con previsione di un minimo ed un massimo secondo il valore della controversia, da determinarsi ai sensi dell’art. 12 c.p.c., e cioè in base a quella parte del rapporto obbligatorio che è in contestazione. Ciò fatto salvo che la domanda introduttiva non sia formulata in maniera da postulare l’accertamento in ordine all’intero rapporto, o ad una determinata parte di esso, in tal caso, ai fini della determinazione del valore della causa, va considerato interamente il valore dell’uno, o dell’altra (Cass.9991/2003 ).

A cura di Raffaella Bianconi